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mercoledì, Luglio 3, 2024

Patavina Libertas

Negli 800 anni dalla sua fondazione (1222) l’Università di Padova non ha cambiato il suo motto, proclamando la volontà di essere l’espressione di una libertà completa e per tutti: “Universa Universis Patavina Libertas”.

In questi ultimi mesi sono arrivate molte notizie riguardanti la pandemia, non certo sui nostri giornali dipendenti dal verbo governativo, ma dalla stampa internazionale e dalle numerose associazioni che sono sorte per esprimere il dissenso sulla sua gestione politica. La più interessante riguarda il 29 marzo 2021 allorché il Comitato Tecnico Scientifico informò il governo Draghi che i soggetti vaccinati potevano trasmettere il virus e quindi essere fonte di infezione. Pur con questa informazione il Governo Draghi in data 1.4.2021 emanò il decreto legge 44 che rendeva obbligatoria la vaccinazione per tutti. Poi le sentenze emanate dalla Corte Costituzionale nel 2022 e 2023 su questo tema affermarono dei fatti non veri.

Siamo troppo malevoli se esprimiamo il sospetto di una collusione tra i politici e i poteri occulti che hanno organizzato la truffa vaccinale, per costringere tutti al vaccino obbligatorio?

E dopo le accuse formulate dal procuratore del Kansas circa i danni noti procurati dal vaccino”Pfizer” siamo autorizzati a pensare che l’obbligo di una vaccinazione sperimentale non è stato organizzato per la nostra salute?

Per tutti coloro che hanno avuto la volontà di capire i fatti (o anche soltanto la curiosità di interpretare le contraddizioni e le sciocchezze delle virostar) l’etiopatogenesi criminale della pandemia, i suoi sintomi e le sue nefaste conseguenze sono stati chiari fin dall’inizio. Per noi medici sarebbe bastato valutare serenamente il progetto del dott. Filippo Anelli, presidente della Federazioni degli Ordini (in concorso con i disegni del ministro della Salute) che ha più volte espresso la volontà di eliminare il Codice Deontologico dei medici, proprio quello di ispirazione ippocratica.

Ho scritto pochi giorni fa a due noti professori della Università di Padova, M.Z. e T.P., “che cosa ne è stato della …..PATAVINA LIBERTAS, in particolare quando siamo stati costretti a vaccinarci con un farmaco in fase sperimentale, pena la sospensione dall’Ordine e dal lavoro e dallo stipendio, oltre che dalle libertà civili?

Qualcuno dei docenti padovani ha dissentito, ha avuto il coraggio di mettere in discussione il suo ruolo in una istituzione supina al volere dei produttori di farmaci?”

Uno dei due professori aveva espresso in un articolo la necessità di far conoscere il metodo scientifico per rinsaldare la fiducia del pubblico nella Scienza. Ho condiviso, ma ho pure espresso l’opportunità che gli scienziati facciano sentire ad alta voce il loro dissenso quando vengano arruolati in una impresa immorale, incivile o addirittura criminale.

Non mi hanno risposto e quindi in una seconda lettera ho precisato di non voler mettere in dubbio la buona fede di alcuno e che proprio per lo scopo di promuovere la fiducia del pubblico nella Scienza sono disposto ad organizzare un confronto scientifico pubblico con regole condivise e per un tempo adeguato tra i due professori, o con colleghi da loro delegati, in contraddittorio con due esponenti scientifici critici rispetto alla gestione pandemica e alla narrazione prevalente. Un confronto aperto e basato sulle prove, senza la censura di voci scientifiche dissenzienti, quindi una operazione degna di un Paese civile, per risolvere dopo anni i dubbi e le divisioni indotte da una gestione politica della pandemia. Ma pure un omaggio alla memoria di Giacomo Matteotti, di cui si è parlato molto in questi giorni, a 100 anni dalla morte.
Da parte dei due professori non ho avuto alcun riscontro. Ma anche questa è una risposta.

Dr. Filiberto Dal Molin

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